Il Karate

Il Karate è un'antica Arte Marziale atta alla difesa delle persone originaria dell'isola giapponese di Okinawa e trae origine dall'unione di due "Scuole Marziali correnti": il Te autoctono e il Kenpō cinese e prevede la difesa a mani nude, senza l'ausilio di armi, anche se la pratica del Kobudo di Okinawa che prevede l'ausilio delle armi tradizionali, è strettamente collegata alla pratica del Karate. Attualmente viene praticato in versione sportiva (privato delle sua componente marziale e finalizzata ai risultati competitivi tipici dell'agonismo occidentale) e in versione Arte Marziale tradizionale per difesa personale. Nel passato, era studiato e praticato solo da uomini, ma col passare dei secoli anche le donne si sono avvicinate a questa disciplina. Nato come Arte Marziale che insegna il combattimento e l'autodifesa, con il tempo nel Karate la definizione "Jutsu" (arte, tecnica) si è trasformato in Dō ("Via", percorso, filosofia di vita), in impegno costante di ricerca del proprio equilibrio, in insegnamento a "combattere senza combattere", a diventare forti modellando il carattere, guadagnando consapevolezza e gusto nella vita, imparando la capacità di sorridere nelle avversità e di lavorare con determinazione e nel rispetto degli altri. Solo quando questo insegnamento verrà compreso appieno, sostengono i suoi estimatori, l'allievo potrà essere veramente libero e realizzato

Etimologia

Kara significa "scavo", spazio prodotto da un certo lavoro, spazio vuoto, immagine del vuoto; Te è la rappresentazione di una "mano" vista di mezzo profilo, ma è anche il fonema di attività, mettersi all'opera. La parola giapponese Kara-Te, nel complesso, si compone di "vuoto e mano", non il vuoto in sé, ma in relazione ad un lavoro, ad un'attività, cioè mettersi all’opera per fare il vuoto. Il termine Zen "Ku", che indica il vuoto dell'anima, può essere pronunciato anche "Kara".

Questi concetti suggeriscono che il praticante di Karate dovrebbe allenare la propria mente affinché sia sgombra, vuota da pensieri di orgoglio, vanità, paura, desiderio di sopraffazione; dovrebbe aspirare a svuotare il cuore e la mente da tutto ciò che provoca preoccupazioni, non solo durante la pratica marziale, ma anche nella vita.

Storicamente ad Okinawa, patria di quest'Arte Marziale, pur essendo in uso l'accezione Karate, più spesso si adoperavano altre parole: Te o Bushi no Te (mano di guerriero).

Nagashige Hanagusuku, maestro di Okinawa, usò il carattere giapponese per "mano vuota" nell'Agosto del 1905. Ciò richiama anche il fatto che questa forma di autodifesa non fa necessariamente uso di armi.   

Storia

Descrivere in modo dettagliato l'evoluzione del Karate, risulta difficile per mancanza di fonti storiografiche, certe. Si possono solo formulare ipotesi riguardo la nascita e la diffusione iniziale di quest'Arte Marziale, utilizzando rare fonti fatte perlopiù da racconti e leggende trasmessi oralmente. Dal XIX secolo in poi, la storia risulta più chiaramente documentata.

La storia del Karate parte da un arcipelago a sud del Giappone, le isole Ryū Kyū, e in particolare da una di queste, Okinawa. Non è possibile affermare con certezza se esistesse già una forma di combattimento autoctona; tuttavia, si crede che fosse già praticata un'arte "segreta": l'Okinawa-Te. L’ideogramma Te (手) letteralmente indica la parola "mano", ma per estensione può anche indicare "arte" o "tecnica"; il significato di Okinawa-Te, quindi, è "Arte Marziale di Okinawa". Essa era praticata esclusivamente dai nobili, che la tramandavano di generazione in generazione.

Secondo le credenze popolari, la nascita del Karate è dovuta alla proibizione dell'uso delle armi nell'arcipelago delle isole Ryū Kyū. Ciò è vero solo in minima parte, in quanto l'evoluzione di quest'Arte Marziale, è molto più lunga e complessa. Nei secoli XVII e XVIII le condizioni dei nobili di Okinawa cambiarono notevolmente; l'improvviso impoverimento delle Classi alte fece si che gli esponenti di quest'ultime iniziassero a dedicarsi al commercio o all’artigianato.

Fu grazie a questo appiattimento tra i due ceti che l'Arte "Segreta" iniziò a penetrare anche al di fuori della casta dei nobili. La conoscenza del "Te" restava uno dei pochissimi segni di appartenenza passata a un'elevata posizione sociale. Per questo motivo i nobili, ormai divenuti contadini, tramandavano quest'Arte a una cerchia ristrettissima di persone, quasi in modo esoterico. Così facendo si è avuta una dispersione dell'Arte originale e furono gettate le basi per i vari stili di Karate.